Nella città dove vivo è tempo di potatura e manutenzione delle piante.
In questi giorni mi è successo più volte di osservare alcuni addetti ai lavori che, al termine del loro compito, puliscono il suolo utilizzando un soffiatore a ….canne mozze!
È consuetudine di chi usa un soffiatore spalleggiato montare solamente un tubo di uscita aria, lavorando a circa mezzo metro da terra, forse perché lo ritengono più comodo? Più leggero?
Il soffiatore Cifarelli (ma molti anche della concorrenza) è dotato di tre tubi di uscita aria che devono essere montati in modo da portare il terminale di uscita a contatto con il terreno.
Perché?
Prima di tutto, utilizzando il soffiatore in prossimità del suolo si evita di alzare nuvole di polvere, fastidiose soprattutto per chi passa nei paraggi di chi sta lavorando.
Inoltre lavorare “da sotto” è più veloce se si devono muovere foglie pesanti o bagnate.
Il soffiatore Cifarelli è più comodo se utilizzato con la dotazione standard, che comprende tre tubi ed il terminale curvo: infatti quest’ultimo è dotato di una semisfera (facilmente sostituibile) che permette di appoggiare a terra il tubo di uscita aria, senza doversi stancare nel doverlo sorreggere durante l’utilizzo.
Uno dei terminali in dotazione (quello sferico consigliato sui terreni bagnati) è provvisto di un “alettone” come le automobili che serve a controbilanciare il peso percepito dall’operatore causato dalla spinta dell’aria.
Infine non bisogna dimenticare che il soffiatore è stato progettato per essere utilizzato con la macchina completamente assemblata; il suo uso con i tubi parzialmente montati, costringe il motore a lavorare con parametri differenti da quelli per cui è stato realizzato (uno su tutti il numero di giri del motore) con possibili conseguenze inerenti al suo corretto funzionamento e influenzando il rumore emesso.
